Quarantena


Posted On Apr 4 2020 by

La ressa, la folla non mi sono mai piaciute molto.

Quando, da bambina, mia madre mi portava a fare la spesa al mercato di Certosa (che all’epoca era affollatissimo) sentivo su di me l’incombere di tutti quei corpi, più alti e più grossi di me, percepivo il loro odore mischiato a quello che emanava dai banchi di frutta e verdura e dai gabbiotti dei formaggi e salumi, e mi sentivo oppressa, quasi schiacciata.

Se penso alla folla mi vengono in mente altri flash: la calca dei cortei, le manifestazioni in piazza a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, i funerali di Guido Rossa in una Genova bagnata di lacrime e pioggia, la fila chilometrica per assistere ad uno spettacolo di Gigi Proietti al velodromo di Roma, i turisti brulicanti nelle vie di Juan le Pens, il ghirigoro delle code per accedere alle attrazioni di Gardaland, la ressa al supermercato per la spesona di Natale e Pasqua, la quotidianità degli sconosciuti stipati nel chiuso di un autobus, o in un vagone della metro o del treno, costretti a convivere con la puzza di chiuso e di corpi ed indumenti non lavati.

Talvolta ho avuto la sensazione che avesse senso essere in tanti ed essere insieme, ma non sempre folla coincide con comunità, non sempre le strette di mano, gli abbracci ed i baci che ora ci mancano tanto, sono dettati da affetto sincero.

Apprezzo quindi questi momenti di “distanziamento sociale” e di vita casalinga e solitaria, fatta di piccole cose: il lavoro da casa, la fiction in TV, la musica alla radio, i fiori sul balcone, i libri, la pratica yoga sul tappetto in salotto… So che non durerà per sempre e me la godo.

Last Updated on: Aprile 4th, 2020 at 11:50 am, by Iole Murruni


Written by Iole Murruni


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