il decentramento municipale a Genova


Posted On Gen 5 2021 by

BREVE STORIA DEL DECENTRAMENTO

La Costituzione Italiana all’art. 5 recita: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”

Ma come è nato il decentramento? Negli anni ’60 del ‘900 c’è stata la nascita spontanea dei Consigli di quartiere.  Questa situazione è stata poi disciplinata dalla  L. 278/1976 (abrogata) in base alla quale i Comuni con più di 40.000 abitanti potevano ripartire il territorio in Circoscrizioni i cui organi erano il Consiglio Circoscrizionale ed il Presidente.

Tale normativa è confluita nella L. 142/1990 e poi è stata ripresa dal D.Lgs. 267/2000 (T.U. Enti Locali) il quale all’art. 17 definisce le circoscrizioni quali organismi di partecipazione, consultazione e gestione dei servizi di base, nonché di esercizio delle funzioni delegate dal Comune. Prevede che nei Comuni con popolazione superiore a 300.000 abitanti lo Statuto possa contemplare particolari e più accentuate forme di decentramento e di autonomia organizzativa e funzionale.

La Legge 191/2009 ha imposto la soppressione delle circoscrizioni nei Comuni con meno di 250.000 abitanti.

Il Decentramento a Genova

Nel 1926 durante il fascismo 19 Comuni del Genovesato confluirono nella grande Genova.

Furono create 12 Delegazioni dove vennero decentrati uffici di anagrafe, stato civile e polizia municipale: Bolzaneto, Cornigliano, Molassana, Nervi, Pegli, Pontedecimo, Prà, Rivarolo, Sampierdarena, Sestri Ponente, Struppa, Voltri.

Nel 1969, con la nascita dei “Consigli di quartiere e di delegazione” l’intero territorio comunale fu suddiviso in delegazioni o quartieri: alle dodici unità territoriali esistenti ne furono aggiunte altre tredici per un totale di venticinque. Le delegazioni erano quelle di: Bolzaneto, Cornigliano, Molassana, Nervi, Pegli, Pontedecimo, Pra’, Rivarolo, Sampierdarena, Sestri Ponente, Struppa, Voltri, Castelletto, Foce, Marassi – Quezzi, Oregina – Lagaccio, Portoria, Prè – Molo – Maddalena,  Albaro, San Fruttuoso, San Martino, San Teodoro, Staglieno, Sturla – Quarto dei Mille, Borgoratti – Apparizione – San Desiderio – Bavari.

Con l’approvazione nel 1978 di un nuovo regolamento per il decentramento amministrativo (approvato in ottemperanza a quanto previsto dalla Legge 278 del 1976) si arrivò alla trasformazione in CIRCOSCRIZIONI delle delegazioni e dei quartieri e alla prima elezione diretta dei “Consigli di Circoscrizione” con le elezioni amministrative del 21 giugno 1981.

Il 24 marzo 1997 le circoscrizioni furono ridotte a nove con lo stesso territorio e denominazione degli attuali municipi (ad esclusione della IV circoscrizione che era denominata semplicemente “Valbisagno”):

 1. Centro Est

 2. Centro Ovest

 3. Bassa Valbisagno

 4. Media Valbisagno

 5. Valpolcevera

 6. Medio Ponente

 7. Ponente

 8. Medio Levante

 9. Levante

Dalle Circoscrizioni si arriva ai Municipi il 6 febbraio 2007 quando il consiglio comunale ha deliberato il nuovo “Regolamento per il decentramento e la partecipazione municipale” che prevede la trasformazione dei Nove consigli di circoscrizione in Municipi.

La Città Metropolitana

La Costituzione del 1948 prevedeva solo Comuni, Province e Regioni. Le stesse Regioni si costituirono solo nel 1970 con la prima elezione dei Consigli regionali.

La Città Metropolitana è un ente locale previsto per la prima volta dalla Legge 8 giugno 1990 n. 142 (artt. 17- 21) T.U. sulla riforma dell’ordinamento degli Enti Locali, ma le nuove delimitazioni amm.ve previste entro un anno furono posticipata più volte.

Il Governo Monti emana il decreto legge sulla revisione della spesa pubblica, convertito in legge n. 135 del 7 agosto 2012, il cui art. 18 prevedeva entro il 1° gennaio 2014 delle città metropolitane di: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria e la contestuale soppressione delle rispettive province.

La Legge “Delrio” n. 56/2014 pubblicata sulla G.U. il 7 aprile 2014: il 26 luglio 2013 il Governo Letta approva un nuovo disegno di Legge “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni” approvato definitivamente dalla Camera dei Deputati dopo il suo iter il 3 Aprile 2014 – legge “Delrio”.

La Legge Delrio consta di un unico articolo che si declina in 151 commi. Il primo comma recita: “la presente legge detta disposizioni in materia di città metropolitane, province, unioni e fusioni di comuni, al fine di adeguare il loro ordinamento ai principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza”.

C’è una modifica del sistema di rappresentanza: la sovranità popolare si viene ad articolare su due assi:

1) enti ed organi espressione del voto diretto dei cittadini elettori

2) rappresentanza di secondo grado

Il comma 22 della legge 59 (Delrio) dice che lo Statuto della città metropolitana può prevedere l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitano previa articolazione del Comune capoluogo in più Comuni.

Lo Statuto della Città metropolitana di Genova attualmente non prevede ciò; il Sindaco Metropolitano è il Sindaco del Comune capoluogo.

I Municipi, nati quando si pensava ad un probabile spacchettamento del Comune di Genova, di fatto sono tagliati fuori dalla Città metropolitana dove non hanno rappresentanza.

FUNZIONI DEI MUNICIPI E AUTONOMIA 

  • Le funzioni del Municipio

Le funzioni attualmente attribuite ai Municipi sono marginali e ciò limita sia l’ambito di intervento effettivo e concreto sul territorio, sia la realizzazione di un vero e completo decentramento.

Altre realtà municipali in Italia annoverano tra le loro funzioni proprie e delegate ambiti di intervento decisamente più ampi e importanti, come emerge dai regolamenti sul decentramento amministrativo (es. Comuni di Roma e Milano). Ciò consente una maggiore autonomia nella gestione soprattutto dei servizi di prossimità.

Si ricorda inoltre che diverse disposizioni previste dallo Statuto del Comune di Genova in vigore non hanno trovato attuazione nemmeno nel passato ciclo amministrativo. Ad esempio in materia di concertazione tra Giunta comunale e Municipi per l’approvazione congiunta di un documento allegato al bilancio di previsione di cui all’art. 3, n. 3 lett. b dello Statuto, che non mi risulta sia mai stato redatto e che la Giunta attuale vuole abolire del tutto.

Cosa dovrebbe contenere questo allegato al Bilancio? Dovrebbe contenere le linee guida per la stesura del Bilancio nonché l’individuazione:

  1. A) delle scelte fondamentali di sviluppo economico/civile e degli investimenti infrastrutturali, con ricadute nel territorio municipale di competenza
  2. B) degli ambiti di interesse cittadino unitamente agli interventi di riequilibrio a favore dei territori municipali interessati
  3. C) delle modalità di interazione tra aziende e società comunali, Comune e Municipi, per assicurare nell’erogazione dei servizi e loro qualità, un’adeguata attenzione alle dimensioni territoriali municipali
  4. D) delle risorse umane, finanziarie e strumentali da assegnarsi anche in misura proporzionale al numero dei residenti nel Municipio
  • La potestà regolamentare dei Municipi

L’autonomia normativa dei Municipi è notevolmente ridotta rispetto ad esempio ad altre realtà municipali italiane (es. Comune di Milano) e permette di regolamentare il funzionamento degli organi istituzionali e la partecipazione. Ciò limita l’autonomia complessiva ma anche i livelli di espressione della rappresentanza delle realtà locali, essendo la regolamentazione quasi tutta accentrata a livello esclusivamente comunale.

LIVELLO DI AUTONOMIA CONTABILE, DI BILANCIO E ORGANIZZATIVA

  • L’Autonomia Contabile e di Bilancio

I livelli di autonomia contabile e di bilancio sono particolarmente ridotti. Esiste un sistema di contabilità “derivata” caratterizzata dall’assegnazione di fondi su particolari capitoli di spesa e non un vero bilancio municipale.

Nessuna entrata diretta è prevista  per il Municipio (a differenza di ciò che avviene in altre realtà di decentramento amministrativo, es. Comune di Torino, in cui “ Il bilancio di ciascuna Circoscrizione è strutturato in capitoli di entrata e di spesa corrispondenti alle attività di competenza”, art. 48 del Regolamento del Decentramento).

Come previsto dalla normativa di altri Municipi italiani dovrebbe essere necessaria e doverosa una diversificazione delle assegnazioni (art. 101 Statuto Comune di Milano) che tenga conto dei maggiori sacrifici richiesti alla popolazione residente e al territorio, come nel caso ad esempio della presenza di una discarica o degli oneri di urbanizzazione.

  • Nessuna competenza sull’organizzazione e sul controllo delle attività svolte dalle società partecipate

Anche il tema delle Società Partecipate è argomento importante per l’attività del Municipio, soprattutto in sede di redazione dei documenti di accompagnamento al parere sul bilancio comunale.

L’efficienza ad esempio di ASTER, la cui attività di manutenzione ha una ricaduta diretta sul Municipio e sui servizi che eroga, è determinante. I risultati delle azioni dovrebbero essere misurabili e controllabili nella gestione quotidiana anche e soprattutto dal Municipio. Il rapporto con le società partecipate è quindi centrale per la realizzazione di un vero decentramento e per garantire l’efficienza, controllabile, del sistema e dei servizi erogati.

CONSIDERAZIONI FINALI

Dal punto di vista politico, istituzionale e amministrativo finora il decentramento è rimasto “a metà del guado”. Purtroppo si è persa una grande occasione nel passato ciclo amministrativo quando la Giunta e tutti e nove i municipi in mano al centro-sinistra avrebbero potuto imprimere un’accelerazione al processo di decentramento. Oggi la situazione dei Municipi genovesi, con la riforma disegnata dall’attuale Giunta, rischia di venire del tutto compromessa. Rischiamo infatti di avere enti municipali  sempre più svuotati di contenuti e ridotti in una sorta di “limbo” istituzionale in cui dare risposte ai cittadini sarà sempre più difficile.

Last Updated on: Gennaio 5th, 2021 at 6:36 pm, by Iole Murruni


Written by Iole Murruni