Disuguaglianza è donna


Posted On Set 10 2017 by

La mamma uccisa da un asteroide nella pubblicità di una nota merendina ha fatto indignare molte persone. Ma le mamme che ogni giorno muoiono per mano dei loro compagni, lasciando orfani i loro bambini, o che subiscono quotidianamente violenze a cui invariabilmente assistono i figli, andando ad aumentare il triste elenco dei femminicidi, fanno meno scalpore.

Stiamo assistendo ad una deriva dei comportamenti e dei modelli culturali che ci fanno tornare indietro nel tempo rispetto alle lotte ed alle conquiste che il mondo femminile aveva compiuto nel secolo scorso.

C’è una recrudescenza della violenza verso le donne ma quello che sconcerta è l’atteggiamento dell’opinione pubblica e di chi quell’opinione tende ad indirizzarla.

Debora Serracchiani aveva sollevato molte polemiche con la frase: ”La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede ed ottiene accoglienza”. Non si possono fare graduatorie di fronte a gesti di violenza, ma se proprio si vogliono fare è molto più riprovevole che una violenza arrivi da individui appartenenti al nostro mondo, con tutti gli strumenti culturali e sociali a disposizione per rendersi conto della gravità del gesto.

A maggior ragione se questi individui indossano la divisa da carabiniere come nel caso recente di Firenze. Ma le ragazze americane erano consenzienti dice uno dei violentatori. Ed il suo avvocato aggiunge che si è reso conto di aver fatto una sciocchezza. Cosa che fa il paio con la “bambinata” secondo il Sindaco di Pimonte, ossia lo stupro di una quindicenne da parte di una dozzina di suoi coetanei.

Le ragazze oggi studiano e si impegnano quanto e forse più dei loro colleghi maschi, ma la visione del mondo è sempre quella di uno sguardo al maschile. Non c’è bisogno di scomodare le statistiche per vedere quante donne arrivano agli apici delle carriere, né di analizzare gli atteggiamenti sessisti eclatanti alla Trump. Basta osservare fatti e momenti della vita quotidiana per capire quanto il maschilismo sia diffuso e pervasivo nella nostra società occidentale ed in particolare italiana: dalla pillola del giorno dopo negata dall’obiettore di coscienza alla manata sul sedere che si è cercata la ragazza in minigonna.

C’è stato di recente un episodio esemplare per la sua valenza: parliamo delle giovani militanti del PD che reggono in piedi l’ombrello per proteggere politici maschi impegnati in un dibattito. Questo fatto apparentemente innocuo non implica solo maschilismo, è piuttosto sintomo profondissimo di un atteggiamento vissuto come naturale e per questo pericoloso. Le ragazze in questione hanno dichiarato di non sentirsi umiliate, che si è trattato di un gesto di gentilezza. La verità è che non si è riusciti a far maturare né negli uomini, né nelle donne la consapevolezza che questi sono atteggiamenti ancillari che riportano indietro nel tempo la considerazione delle donne.

C’è un genere (quello maschile) che con la violenza o con la persuasione, con il portafogli o con l’acido o con i seggi in parlamento, esercita il potere ed un altro genere (le donne ma anche gli omosessuali e tutto il mondo LGBT) che lo subisce. Spesso si dice che ci vorrebbe una maggior presenza femminile nei luoghi di potere. A parte il fatto che c’è quasi sempre un gruppo di maschi che decide se dare una qualsiasi carica ad una donna, e che comunque la scelta di designare le donne è più rispondente ad una necessità quasi burocratica di apparire politically correct, e che spesso la scelta ricade sulla donna che ha più possibilità di essere manovrata, la presenza femminile si rivela inutile ed addirittura controproducente se queste donne continuano ad esercitare modi e comportamenti maschili.

Perché il discorso verte sempre sul corpo delle donne che può essere usato da tutti ma di cui non possono disporne le legittime proprietarie. “Tra il far firmare le dimissioni in bianco ad una donna che viene assunta e inventare e promuovere il fertility day non c’è differenza” affermava qualche settimana fa Valeria Parrella su L’Espresso. Come differenza c’è solo che il primo comportamento è illegale ed il secondo no ma sul piano morale ed etico non c’è nessuna differenza. Entrambi dicono che il corpo della donna è un contenitore. Fai i figli prima che scatti l’orologio biologico e poi resta a casa ad accudirli. Ed il fatto che il fertilty day l’abbia promosso una ministra la dice lunga sulla strada ancora da fare.

Last Updated on: Settembre 10th, 2017 at 6:08 pm, by Iole Murruni


Written by Iole Murruni


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